Chi siamo
L’Ospedale Sacro Cuore di Gesù è stato “classificato” con l’articolo 1 della legge 132 del 1968, obbligatoriamente convenzionato con il SSN, riconosciuto tra le istituzioni eroganti assistenza sanitaria pubblica per l’articolo 41 della legge 833/78, e con l’articolo 4 del D.L. 502/92 e 503/93.
Ai fini, della effettuazione delle prestazioni mediche specialistiche, lo stesso ospedale è pertanto autorizzato a rendere tutte quelle prestazioni erogabili ivi comprese quelle di diagnostica strumentale e di laboratorio.
Alle soglie del terzo millennio, uomini e donne di tutte le latitudini si interrogano sul futuro della nostra società, delle nostre istituzioni, di noi stessi. Analogamente tutti noi rendiamo possibile l’opera dell’Ordine di san Giovanni di Dio nel mondo, ci interroghiamo sul futuro che l’Ordine sarà capace di costruire nel prossimo millennio al servizio dell’uomo che soffre, dell’uomo che si trova in una condizione di bisogno e che chiede il nostro aiuto per ricostruire il suo progetto personale.
Il progetto del futuro non deve commettere l’errore di mettere da parte il passato solo e soltanto perché i nostri tempi richiedono risposte nuove e si ritiene giusto liberarsi del passato come una zavorra per avere più libertà di costruire il futuro.
Storia
L’anno venturo e precisamente il 1 gennaio 2004, festeggeremo i 110° anni di “vita” del nostro Ospedale
Proprio il 1 gennaio del 1894 fu inaugurata ufficialmente, infatti, la struttura che ospita il “Sacro Cuore di Gesù”.
Il fondatore dell’Ospedale fu fra Pietro Maria de Giovanni o.h., al secolo Angelo che nacque a Benevento il 29 ottobre del 1842 da una famiglia ricca e facoltosa della buona borghesia cittadina.
Nonostante gli ottimi studi e la cura e l’amministrazione del vasto patrimonio familiare, Angelo si dedica con grande fervore alla sua formazione spirituale con pratiche assidue di pietà, partecipando alla vita della Confraternita di San Rocco e ad attività varie caritative.
È in questo periodo che egli matura l’aspirazione alla vita religiosa. Questa aspirazione, attentamente e prudentemente vagliata, lo porta ad orientarsi, con grave disappunto dei suoi familiari, verso una vocazione di servizio e di assistenza agli ammalati e ai poveri, e per questo chiede di essere accolto tra i fatebenefratelli che personalmente conosce e frequenta perché operanti a Benevento nell’ospedale “San Diodato” sin dal lontano 1614.
Sicuro della sua vocazione, Angelo il 24 aprile del 1876 lascia Benevento e si presenta a Roma all’isola Tiberina, ove i fatebenefratelli hanno da oltre quattro secoli una loro fiorente istituzione caritativo-assistenziale: l’ospedale sotto il titolo di San Giovanni Calibita.
L’ordine lo accoglie ed egli assume il nome di fra Pietro Maria.
Si rivela un religioso esemplare e convinto, uomo di governo e realizzatore capace e prudente, ricopre diversi incarichi quando la sua permanenza romana viene interrotta dalla comunicazione che gli perviene dal Consiglio Comunale di Benevento il 20 aprile 1879, che lo nomina amministratore e direttore dell’Ospedale San Diodato.
Nella sua città fra Pietro si adopera instancabilmente e la constatazione della inadeguatezza strutturale e funzionale del “San Diodato” a far nascere nell’animo di fra Pietro l’idea della fondazione di un nuovo ospedale, moderno e funzionale, che dovrà sorgere su un fondo di sua proprietà.
La posa della prima pietra avviene nel 1885 e l’11 settembre del 1893 si insedia la prima comunità dei fatebenefratelli nel nuovo ospedale che si avvia al completamento e a divenire pienamente operante l’anno dopo.
Con il nuovo secolo, due particolari momenti storici colpiscono l’ospedale: la distruzione nel 1943 in seguito ai bombardamenti anglo-americani, e l’alluvione del 1949 che rovina gli ambienti e le attrezzature del piano terra della struttura:
In entrambi per la volontà ferma e tenace dei religiosi, l’Ospedale risorge e riprende a pieno la sua attività.
Nel 1974 la Regione Campania classifica L’ospedale Sacro Cuore di Gesù come l’ospedale generale di zona:
Nel 1975 viene inaugurato un padiglione, di nuova costruzione di cinque piani che si affianca alla costruzione preesistente. (puoi inserire la foto n. 2 in cartella foto urp)
Ad oggi sono in corso i lavori per la costruzione di un nuovo padiglione destinato al nuovo Pronto Soccorso, agli Ambulatori e a nuovi ambienti funzionali alle attività di Day Surgery, a quelle di Fisiokinesiterapia e di Radiologia.
Mission
La MISSION che caratterizza la nostra struttura è la GESTIONE CARISMATICA di essa.
In senso teologico, carisma è ogni forma di presenza dello Spirito che arricchisce il credente e lo rende capace di un servizio a favore degli altri, in questo senso i Fatebenefratelli, partecipando direttamente al carisma di San Giovanni di Dio, sono consacrati nell’ospitalità, quella stessa a cui debbono ispirarsi i loro collaboratori.
Attraverso l’applicazione dei principi dell’Ordine, infatti, l’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” è aperto e promuove la collaborazione con la società al fine di perseguire la missione con attenzione preferenziale per i settori sociali più abbandonati.
Pertanto la missione è:
- Avere la persona assistita come centro di interesse di quanti vivono e lavorano nell’ospedale o in qualsiasi altra opere assistenziale;
- Promuovere e difendere i diritti del malato e del bisognoso, tenendo conto della loro dignità personale;
- Impegnarsi decisivamente nella difesa e nella promozione della vita umana;
- Riconoscere il diritto della persona assistita a essere convenien–temente informata del suo stato di salute;
- Osservare le esigenze del segreto professionale, facendo in modo che siano rispettate anche da quanti avvicinano gli ammalati e bisognosi;
- Difendere il diritto di morire con dignità nel rispetto e nell’attenzione ai desideri giusti e alle necessità spirituali di coloro che sono sul punto di morte, coscienti che la vita umana ha un termine temporale;
- Rispettare la libertà di coscienza delle persone che si assistono e dei collaboratori, fermi nell’esigere che si accetti e si rispetti l’identità del centro ospedaliero;
- Valorizzare e promuovere le qualità professionali dei collaboratori, stimolandoli a partecipare alla missione assistenziale dell’Ordine; rendendoli partecipi del processo decisionale nelle opere in funzione delle loro capacità e dei loro ambiti di responsabilità;
- Rifiutare la ricerca di lucro, osservando ed esigendo che non si ledano le norme economiche giuste.
Tali principi si comunicano con atteggiamenti di benevolenza e donazione che permettono di compiere la missione tra i poveri e gli ammalati.
Ogni opera che si compie nella struttura è specifica e cerca di dare risposta ai bisogni di alcune persone; dunque la missione è evangelizzare il mondo del dolore e della sofferenza attraverso la promozione delle opere e degli organismi sanitari e/o sociali che prestano un’assistenza integrale alla persona.
La nostra missione non si rivolge in maniera totale all’utente interno ma pone l’ attenzione anche a quello esterno: non solo al malato ma anche ai suoi parenti e familiari.