Celebrazione solennità San Giovanni di Dio

Celebrazione solennità San Giovanni di Dio

Il monito dell’arcivescovo Felice Accrocca: Chi si butta in mare sapendo che al 50% puo’ divenire carne per i pesci,  e’ un disperato
A tutto cio’ qualsiasi risposta deve essere orientata alla carita’. Il vice sindaco De Pierro rinnova il patto tra la citta’ ed il suo copatrono San Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli, donando il cero votivo.

La solennità di San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine Ospedaliero detto dei “Fatebenefratelli”, è stata celebrata, come da tradizione, nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, a due passi dall’omonimo Ospedale di viale Principe di Napoli.
A presiedere la concelebrazione è stato l’arcivescovo monsignor Felice Accrocca che ha subito sottolineato come l’opera di San Giovanni di Dio si sia ispirata al donarsi ai fratelli mentre per noi questa è un’azione che difficilmente riusciamo a fare.
Quindi il vescovo ha commentato il passo del Vangelo di Luca che racconta del dottore della legge che cercò di mettere alla prova Gesù a cui chiese cosa dovesse fare per ereditare la vita eterna. Gesù mise con le spalle al muro questo avvocato di grido e principe del Foro, ricordandogli cosa fosse scritto nella legge: Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore.
Hai risposto bene, disse Gesù ed allora fai questo e vivrai.
Gesù, ha proseguito monsignor Accrocca, cerca sempre di portare il suo interlocutore ad un piano superiore del ragionamento. Lo ha fatto con questo dottore della legge, che generalmente era un fariseo.
La parabola per lui fu un pugno nello stomaco perché loro dimenticano uno dei precetti della legge mentre l’ascolta un samaritano, considerato uno scismatico ed un bastardo e quello la legge la rispetta.
Questo deve mettere in guardia anche noi. Dio non fa preferenze tra persone.
Ed allora la domanda che dobbiamo porci è: Ho i miei pregiudizi e schemi mentali e li oriento secondo quali criteri?
Dio li riassume nella carità e nell’amore.
Dio per noi tutti ha dato la vita ed anche noi dobbiamo essere pronti a fare altrettanto donandola agli altri.
E così San Giovanni di Dio che è ai tempi di Isabella e Ferdinando di Spagna, riconquistata dopo 8 secoli di orde terribili e che respirava ancora dei moti precedenti, dona carità ed assistenza.
E’ stato un uomo che si è lasciato mangiare dagli altri, così come avviene con l’Eucarestia. Questo è il senso profondo della vita.
San Giovanni ce lo ha mostrato non con la lingua e la parola ma con i fatti.
Tornando ai nostri giorni ci troviamo in un contesto in cui da sud e da oriente arrivano uomini e si disquisisce nel chiedere loro i documenti.
Chi si butta in mare sapendo che, al 50%, può divenire carne per i pesci, è un disperato e quindi qualsiasi risposta deve essere orientata alla carità.
San Giovanni di Dio, ha concluso l’arcivescovo, rappresenta un punto di luce ed una stella di riferimento ed anche per quello che ha fatto per la nostra città con la nascita dell’Ospedale di cui si auspica possa continuare a lungo ad essere aperto per i poveri che lì devono sentirsi tutelati, amati e curati.
Nel corso della Santa Messa si è rinnovato anche il rito del dono, da parte del superiore dell’Ospedale, fra Lorenzo Gamos e del vice sindaco Francesco De Pierro (il sindaco Mastella si trova in Liguria dove è andato per i funerali del consuocero), dei ceri votivi.
Al termine della Santa Messa, le cui parti salienti sono state sottolineate dal Coro dell’Ospedale, la parola è passata proprio al vice sindaco De Pierro.
E’ per me motivo di privilegio e orgoglio, ha detto, rinnovare la tradizione del dono dei ceri al Santo, con la quale annualmente in occasione della ricorrenza del fondatore di questo glorioso Ordine si rinnova il legame prezioso e nobile che lega la città di Benevento alla famiglia ospedaliera dei Fatebenefratelli.
È un rapporto quello che c’è tra Benevento e voi, ha proseguito il vice sindaco, che travalica la semplice, pur fondamentale, logica dell’assistenza ospedaliera, perché i beneventani hanno con questo luogo e con le persone che lo animano un legame naturale e una familiarità che è una genuina connessione sentimentale, visto che tutti sentiamo quest’ospedale come un pezzo di storia di questa città, un suo organo naturale.
Lo dimostra, tra le tante eccellenze di cui la famiglia ospedaliera può fregiarsi, il primato nel Sannio per numero di parti che giustamente rivendicate con misurato orgoglio.
Come lo dimostra anche il contributo fornito durante la terribile emergenza covid, oggi guardiamo fortunatamente al futuro con fiducia ma l’apporto di chi è stato in prima linea resta indimenticabile.
Il Fatebenefratelli è un presidio insostituibile e un perno della sanità sannita e il compito delle istituzioni e sostenerne l’attività con leale collaborazione, come credo senza tema di smentita di poter garantire a nome del sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale.
San Giovanni di Dio, co-patrono della città di Benevento, è stato esempio luminoso di carità, quella carità e chiudo citando il Pontefice Francesco che “non deve essere mai vago sentimentalismo, ma forza rivoluzionaria che trasforma il mondo”.

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